L'excursus insediativo che ha modellato, a partire dal XVI secolo, la fascia di riviera compresa tra la città di Messina e la punta di Capo Peloro e la parallela ricostruzione del percorso evolutivo dell'antica arte della pesca del pesce spada con l'arpione, sono gli elementi centrali della ricerca. Avvalendosi, tra le altre, di fonti cartografiche e pittoriche oltre che dell'osservazione diretta e delle interviste, l'autore descrive l'evoluzione del paesaggio dimostrando la costante centralità della specifica attività alieutica e la valenza assunta, in termini di configurazione spaziale, dal nesso sfruttamento della risorsa mare-antropizzazione della costa. Dall'osservazione dell'odierno contesto geografico-culturale, entro cui si svolge la vita dei "pescespadari", emerge poi evidente l'influenza che il depauperamento della specifica risorsa ittica ha sulla marginalizzazione delle comunità locali e sul futuro di una delle tradizioni più antiche e suggestive del Mediterraneo.