L'idea di scrivere un libro sulla pesca nelle acque livornesi attraverso cinque secoli, si è concretizzata nel tempo attraverso la stratificazione di una considerevole quantità di notizie estrapolate soprattutto da documentazione archivistica inedita e frutto di lunghe ricerche negli archivi di Stato di Livorno, Pisa, e Firenze, nonché in altri archivi privati e di amministrazioni locali. Il periodo cronologico di riferimento va dalla metà del secolo XVI alla metà del secolo XX, per un'area geografica che comprende il mare prospiciente Livorno, e quello a sud della città fino a Piombino, comprese le isole dell'arcipelago, mentre a nord si limita al tratto di mare fino a Viareggio. La vastità dell'areale è da attribuirsi alla centralità amministrativa che Livorno ricopriva allora come oggi, quale sede di magistrature ed uffici periferici in continuo contatto epistolare con il governo centrale a Firenze. Normative, bandi, decreti, notificazioni e leggi relative all'esercizio della pesca, sia litoranea che d'alto mare, erano emanati e quindi diffusi dalla città labronica a tutto il territorio costiero dell'alto Tirreno.