Tutti i bambini hanno un amico immaginario, ma quello di Zeno è addirittura un "mostro" che parla in prima persona, ed è proprio lui a narrarci la sua storia. Tra il racconto fantastico e il romanzo di formazione, il libro ci affascina per le molteplici invenzioni narrative e per l'originalità del linguaggio, che risulta felicemente adeguato nel rappresentare - evitando sia i toni introspettivi sia la visione dall'esterno propria dell'osservatore adulto - le attese, la meraviglia e lo sgomento di un preadolescente di fronte alle situazioni inaspettate e a volte indecifrabili che la vita gli fa incontrare. Ma poi, "quando diventi grande non ci sono più misteri, solo problemi", si stemperano gli ingenui innamoramenti infantili, si fanno strada le prime confuse rivelazioni della sessualità. Zeno finirà per dimenticare il suo amico immaginario.