"La nostra vita" è un grande affresco del "casato" Pasternak, e al tempo stesso un vero e proprio ritratto delle città in cui vissero, in particolare di Mosca. Nel volume, a cura di Ljiljana Avirovic, sono riuniti alcuni scritti dei due figli di Boris Pasternak, Aleksandr (tratti da "Le vicinanze lontane") ed Evgenij (da "Materiali per una biografia"), più due opere del padre, "Storia di una controttava" e "L'infanzia di Zena Ljuvers". Il filo rosso che si snoda in tutto il libro è la musica: il "dolce peso" che il padre Boris conobbe fin da bambino gli serve per estrarre dall'anima quello che la parola non può. In gioventù infatti Boris Pasternak si dedicò intensamente agli studi musicali; più tardi li abbandonò ma la musica continuò ad essere sottesa nella struttura della sua opera, al punto da essere utilizzata nelle poesie in sostituzione dei versi quando il poeta avvertiva l'inadeguatezza della parola. "Storia di una controttava" intorno al 1913, nello stesso periodo de "Il gemello nelle nuvole", è la prima raccolta di liriche presenta un ampio spettro della vena creativa pasternakiana. Alla base del racconto ci sono i ricordi dei viaggi del 1906 e del 1912 in Germania, patria del grande Romanticismo, che a Pasternak fu sempre idealmente vicino. Infine, "L'infanzia di Zena Ljuvers" rappresenta il prototipo della prosa poetica pasternakiana, di delicato e fragile spessore: la volontà di sfiorare con la parola ciò che è in sé indicibile.