Nella sua storia millenaria Napoli ha costruito tanti miti anche tra personaggi storici realmente esistiti come San Gennaro, Masaniello e più recentemente Maradona. Per taluni storici c'è addirittura un parallelismo tra la figura del campione argentino e quella del capopopolo napoletano. Masaniello, ancorché manovrato dalla testa pensante di don Giulio Genoino, fu l'uomo forte che si mise a capo di una turba di lazzari suoi pari come catalizzatore della rivolta contro le inique gabelle che il governo vicereale spagnolo esigeva, incarnando il genuino spirito popolare napoletano. Durò appena dieci giorni la sua epopea, poi, anche perché impazzito, fu assassinato su mandato del viceré da alcuni suoi compagni, traditori dell'uomo e della causa. Ma la rivolta che da lui ebbe inizio continuò ancora per mesi, anche se con finalità diverse da quelle iniziali con la nascita della Real Repubblica e l'intromissione del duca di Guisa, prima di essere risolta con un drastico intervento spagnolo. Taluni storici hanno esaltato la figura di Masaniello, altri, invece, ne hanno ridimensionato il profilo e la valenza storica banalizzandolo con un accostamento non proprio esemplare, anzi in modo alquanto dispregiativo, alla maschera di Pulcinella quale stereotipo di persona rozza, incolta, furba, prepotente con i deboli e servile con i potenti. Praticamente Masaniello con un tale cliché riassumerebbe in sé, al pari della maschera, l'essenza in negativo della napoletanità in tutte le sue sfaccettature; maschera del ribellismo rozzo e distruttivo proprio della plebe.