Un libro su Limone nel '900, il secolo che ha visto la vita in montagna cambiare in modo radicale: un'evoluzione che ha trasformato un villaggio alpino dapprima in una località di soggiorno, poi - con la nascita e lo sviluppo degli sport invernali nei primi decenni e con la definitiva consacrazione dagli anni cinquanta - in uno dei centri più importanti delle Alpi Occidentali. Lo slogan "la Montagna delle due Riviere" ha caratterizzato la località dalla fine anni quaranta ai primi duemila, a significare il centro montano più vicino alla riviera ligure e alla Costa Azzurra. Una storia che valeva la pena di essere raccontata, e che tutti gli amanti delle nostre montagne devono conoscere. Finita la guerra Limone contò 87 tra morti e dispersi (una recente e precisa ricerca di Massimo Robotti sulla rivista Marittime ne ha censiti 91): per quanto riguarda la località terminò il periodo pioneristico ed iniziò l'era della crescita che aumentò negli anni trenta. Le prime gare erano riservate ai militari divisi per grado e consistevano in percorsi di fondo con lunghi tracciati, poi vennero i salti e anche le prove di velocità; quindi sempre più un fatto agonistico che porterà a varie specialità. L'11 febbraio 1920 iniziò il carnevale ma "essendo proibite le maschere non si avrà il tradizionale corteo, in sua vece ci sarà una veglia con gli artisti di casa Ambrosio, tuttavia da inizio stagione non ha ancora nevicato per cui i numerosi turisti torinesi giunti in treno rimasero a Limone per assistere al carnevale pranzando al ristorante Cavallo Grigio". Gli anni venti portarono ad un progressivo miglioramento riguardo all'ospitalità: nel 1921 il sig. Alessio Benedusi adibì il fabbricato di fronte all'albergo della posta (che sino all'anno prima era la sede dei Carabinieri Reali trasferitisi in via G.Viale) come dipendenza del medesimo da lui stesso gestito. Nel 1926 lasciò la gestione dell'hotel della posta al sig. Andrea Molinari e, ampliando la dipendenza, costruì un nuovo albergo intitolato a suo nome. Come in tutta Italia a gennaio 1923 vennero costituiti i "fasci di combattimento"; a luglio venne inaugurato il casinò "La Cicala", fatto edificare dal Cav. Pierino Dalmasso.