Con un titolo fortemente evocativo il libro ricostruisce le vicenda del Partito socialista unitario, di orientamento riformista e democratico, nato dalla scissione del Partito socialista italiano nell'ottobre 1922, poche settimane prima della marcia su Roma. Un partito che ha trovato poco spazio nella storiografia, che ha tentato di rilanciare, in una fase drammatica per il nostro Paese, la tradizione riformista delle origini socialiste. Il cammino del Psu, guidato da personalità del calibro di Turati, Matteotti, Modigliani, Treves, Buozzi, per citarne alcuni, è tortuoso sin dagli inizi, schiacciato a destra dal fascismo - che lo ritiene il nemico più temibile - e a sinistra dal bolscevismo dei socialisti massimalisti e dei comunisti che lo ritengono un "partito socialfascista". Il saggio si concentra non solo sulla lotta al fascismo - che portò avanti fino all'avvento delle leggi fascistissime nel 1926 e che ebbe il suo momento più drammatico con la morte del Segretario Giacomo Matteotti -ma evidenza i principi e gli aspetti riformisti del partito: il miglioramento, graduale ma costante, del tenore di vita degli ultimi; l'eguaglianza del punto di partenza, che vuol dire dare a tutti le stesse possibilità, non discriminando nessuno per il rango di nascita.