Questo libro vede coinvolti due protagonisti, la scrittrice e l'uomo che ha pensato di amare. I destinatari sono tutti coloro che vogliano cimentarsi nella lettura. La scrittrice si rivolge al pubblico in prima persona. Il filo conduttore che muove il manoscritto è il disturbo psicologico della scrittrice che influenza tutti gli aspetti della sua vita, dalla percezione della propria personalità alle amicizie, dalla partecipazione a eventi comunissimi come recarsi dal parrucchiere o nei negozi, all'università. C'è chi dice che sia il disturbo a portarla a sviluppare un'ossessione nei confronti di quest'uomo, del quale non si riporterà il nome completo per il rispetto della privacy. Quando i due si incontrano sembrano piacersi, lei ancora non conosce il proprio disturbo ma sa che qualcosa non va, lui è il primo uomo a dare un nome alla problematica di lei. Questo passaggio segna l'inizio di una fortissima attrazione per lei, che nel proprio percorso di vita sperimenta le più svariate emozioni (rabbia, frustrazione, solitudine, insoddisfazione) e sintomi come paranoia e ansia sociale. Quest'uomo d'altro canto è nocivo, pieno di sé, vanitoso, le racconta molto della propria vita personale. È visibilmente attratto dal suo fisico, come traspare da alcune lettere in cui la scrittrice racconta di aver colto il suo sguardo interessato. Non c'è nulla di più per lui tuttavia, lui le lascia credere quel che desidera perché ama essere lodato, visto, apprezzato e le lusinghe per un certo periodo pesano di più sulla bilancia rispetto all'imbarazzo che gli causa la sua presenza spesso invadente. È solo l'inizio di un percorso complicato che vede l'allontanamento di lui, probabilmente per paura di diventare oggetto della fissazione e l'incapacità di lei di farsene una ragione: lo insegue in ogni modo possibile, analizza nel dettaglio i suoi comportamenti, quasi in modo maniacale. D'altronde dalle lettere risulta evidente come la sua idea fissa, combinata con la dovizia di particolari con cui lo descrive sia una solida base su cui fondare ragionamenti complessi, contorti eppure per lei così veri e sentiti nel profondo, che comunque seppur gradualmente, conducono inevitabilmente alla consapevolezza che è la sua mente ad aver partorito questa rappresentazione mentale malsana e che da parte di lui non c'è (o almeno non più, rivela) alcun sentimento positivo, anzi comportamenti di evitamento che quasi per tutta la vicenda lei tenta sistematicamente di ignorare. Dalla scrittura della lettera in cui definitivamente decide di dire addio al suo amato, si concentra su come proseguirà la propria vita da persona libera, a combattere le proprie battaglie nuovamente per conto proprio. È davanti a un cielo azzurro che si conclude (o inizia) una parte della sua vita.