Elena espone pensieri sui suoi viaggi evidenziando la ricchezza dei doni ricevuti, che le hanno permesso di intraprendere il suo "cammino" interiore. Attraverso "pillole di pedagogia sistemica" evidenzia l'empatia che tale disciplina può sviluppare se applicata a vari contesti, dal "sistema" familiare via via allargandosi fino al "sistema" società. Per lei il viaggio è danza è cammino, è respiro, resilienza, è pienezza, gratitudine, ricchezza, cambiamento, passo dopo passo. Il viaggio è connessione con il sé, con gli affetti e con il mondo. L'autrice racconta la sua storia personale, il viaggio della sua vita: la scoperta della malattia, l'incontro con la pedagogia sistemica e la sua rinascita verso qualcosa di nuovo, la scoperta delle costellazioni familiari e la sua trasformazione, il passaggio dalla scuola pubblica ai corsi di formazione all'agriasilo fino al trasferimento in Umbria con il compagno Stefano. L'opera è ambientata nell'Italia dei giorni nostri, prima in Veneto, poi in Umbria, con qualche riferimento al Messico e alla Spagna.