Nel volume si affronta per la prima volta in maniera organica, per ampiezza cronologica e geografica, questo campo di ricerca e, pur non aspirando ad esaurirlo, si ambisce però a situarlo nel dibattito storiografico regionale e non solo. Muovendo dagli ultimi decenni del Settecento per giungere fino al primo ventennio del Novecento, gli autori fotografano i luoghi e i riti di una sociabilità secolarizzata; raccontano della vivacità di talune logge o dell'impegno silenzioso e modesto, ma non per questo meno importante, di altre e del loro sforzo di specificare fattori di modernità culturale nella trama regionale; esaminano il ruolo delle élites locali che con le loro scelte politiche, economiche, culturali cercarono di ritagliare il profilo di una terza Basilicata, ossia di una regione dal volto urbano e moderno, non schiacciata da oligarchie tutte assenteiste e parassitarie, né da plebi rurali sempre in preda a terribili jacqueries, che pure ci furono, ma non possono esaurire la ricerca regionale. Nel libro, infine, si segnalano le figure di alcuni uomini che, tra Ottocento e Novecento, furono veri e propri pionieri o anche pilastri della rete latomistica lucana.