La storia di sua madre, Gabriele, non l'ha mai ascoltata tutta. Adesso che ha 27 anni e un vuoto che non riesce a colmare per le troppe delusioni, si chiede se sia arrivato il momento di riesumare i vecchi spettri del passato di Maria Leone. Ritornare a casa, dopo cinque anni a Londra, gli sembra la scelta migliore. Sua madre, però, è sempre più chiusa, cupa, ha un proprio modo di vivere la quotidianità che spesso lo infastidisce. Piano, piano i ricordi di entrambi riemergono. Una foto. Una scritta sul muro simbolo di una rivoluzione. E i motivi dietro al misterioso soprannome di sua madre: La Maradona. Un tempo, Maria Leone, è stata una giovane promessa del calcio di cui pochi hanno ancora memoria. Perché non tutti i talenti sono destinati a entrare nella leggenda. Alcune stelle bruciano prima di altre. Maria Leone nasce a Cinisi ai tempi di Peppino Impastato e Aldo Moro. È cresciuta in una corte silenziosa, sotto lo sguardo vigile di nonno Antonio. Suo padre è sempre in giro per lavoro, ma la verità è un'altra e lei non la conosce. La madre l'ha abbandonata troppo presto.Così, chiusa nel proprio dolore, nei suoi sette anni, decide di scappare per raggiungere un campo di calcio "arso dal sole" dove giorni prima ha visto dei bambini divertirsi. Ed è qui che trova un pallone solitario, sgualcito e sgonfio, che diventerà il suo passatempo e motivo di derisione da parte dei ragazzi del paese. Poi un giorno Cesare scopre che la figlia non è come le altre bambine, che è strana come la madre. Non gli resta che mandarla via, dimenticare quella relazione clandestina che l'ha messa al mondo. Maria si ritrova su un treno diretto al nord, infelice, e non capisce perché nessuno la vuole. È un viaggio di sola andata che le cambierà la vita. Trascorre la giovinezza in un collegio di suore, soffre, combatte e, alla fine, perde la voglia del pallone. Si ritrova a crescere, affrontare il mondo, che è quello dell'amore e del lavoro. Poi, un giorno d'estate, qualcuno le propone di diventare "un uomo" per giocare nel calcio che conta perché lei è troppo brava, calcia come Maradona, ha qualcosa che altri non hanno. Maria si ribella, pensa che la vita sia un po' beffarda. Il calcio le concede l'opportunità di affrontare il passato, le paure e l'abbandono di sua madre. Nel calcio trova la vita e la morte. Un destino segnato. La vita la cambia, l'incontro con sua madre che non vedeva da 13 anni la cambia. E si rende conto che lei sarà una donna costretta a combattere con il proprio dolore fino alla fine. "Mia madre non è mai stata una donna ordinaria. Sebbene abbia imparato a decifrare quei suoi gesti incalcolabili, ci sono cose di lei che non afferro.Forse le persone straordinarie hanno un ulteriore scrigno segreto di cui loro stessi hanno smarrito le chiavi di accesso. Lì dove finiscono le cose che vuoi disperatamente dimenticare.Mi chiedo se sia possibile per un figlio capire una madre, sprofondare fino a quei misteri inconfessabili, se l'amore sia abbastanza per riuscirci, se l'amore abbia in qualche modo le chiavi mancanti, o se davvero non ci sia altro che possa fare per lei."