Particolarmente suggestive le pagine in cui vengono descritti quei rituali di canto e di preghiera a cui si veniva educati sin dall'infanzia e che rendono in pieno gli aspetti più veri della civiltà palestinese. Il canto, inteso tra l'altro come forma di liberazione che si diffonde per il deserto ed a cui si accompagna sempre la preghiera come unica forma di apertura alla vita, in contesti dove la donna viene ancora picchiata, o peggio ancora lapidata e flagellata. (Dalla prefazione di Annella Prisco Saggiomo)