"L'esperienza può essere trasmessa ad altri? Può essere comunicata un'esperienza che non ha linguaggio? Ci si può provare, a condizione che si abbia la volontà e l'abilità di mettere il cuore a nudo. Nel regno del cuore non si possiede nulla, tanto meno qualcuno. Non si ha nulla da insegnare, ma si ha molto da imparare. Escludo dalle finalità delle mie creazioni artistiche la volontà di lanciare messaggi e di fare progetti per cambiare il mondo. Scrivo quando mi trovo in uno stato di assoluta necessità. Altrimenti leggo, vado a teatro, curo le piante dei miei giardini, faccio altre cose. Scrivo per studiare, ascoltare, riempire un silenzio mentre se ne riapre un altro. Scrivo per fare di una esperienza una nuova esperienza". (Alfio Petrini) Il lavoro sulle azioni fisiche applicato alla scrittura drammaturgica è il tema centrale di questo lavoro per frammenti. Presupposti fondamentali: il drammaturgo scrive per l'attore non per lo spettatore; il testo scritto è autonomo rispetto allo spettacolo; tra testo linguistico e scena esiste un rapporto di collaborazione che si concretizza in una sorta di tradimento per amore da parte dell'attore e del regista; il movimento della creazione artistica va dal fare al dire, dalla cosa al come, dal materiale all'immateriale; il luogo della creazione artistica è la contesa, dove valori opposti e contrari sono irriducibili.