Il saggio critico di Mario Sapia, collocato all'inizio del volume, mette a fuoco i periodi più decisivi dello sviluppo della dialettologia italiana: dalle origini (il rapporto con il latino), passando dal Trecento (al centro Dante e Boccaccio), sino agli scenari linguistici dei giorni nostri. Accanto a questo rigoroso nucleo introduttivo si apre poi una selezione di poesie nel dialetto di Rossano (città calabrese oggi denominata Corigliano-Rossano). L'autore rivendica così i diritti di una realtà culturale apprezzata ma nello stesso tempo trascurata dall'ufficialità letteraria. Versi in dialetto che fanno affiorare momenti esistenziali vivi, pulsanti e in perenne tensione fra un futuro che incalza e una memoria che cerca invano di fermarli in una grammatica.