Il primo racconto di questa trilogia è ambientato nel territorio di Casalecchio di Reno, sulle colline attorno all'eremo di Tizzano, nel 1940. A Villa Lubbia, che fu casa di vacanza del commediografo Alfredo Testoni, e che in seguito venne in possesso della famiglia dell'autore, si snoda una vicenda che ha tutti gli elementi di un giallo classico - assassini, sospetti e misteri - con un finale assolutamente a sorpresa. Nel secondo racconto, "1970", un calabrese appena uscito di galera preleva suo figlio Salvatore, cresciuto con la nonna, e cerca di raggiungere il fratello a Monaco di Baviera; un dentista bolognese resta ucciso in uno strano incidente mentre porta i suoi soldi in Svizzera. Ciò che lega tra loro le due vicende è una donna, Concetta, che anni prima si è trasferita in Emilia alla ricerca di una vita normale. "La libertà di N.", il racconto che dà il titolo al volume, è la storia di un contestatore sessantottino, che pagherà un conto salato per i suoi ideali giovanili. Un'esperienza che lo spingerà a una riflessione profonda sul senso dell'impegno politico. Tre storie - ambientate in contesti tra loro del tutto diversi - che condividono l'abile commistione tra dato storico e invenzione narrativa.