I saggi qui raccolti, per la maggior parte testi inediti preparati in vista di conferenze tenute da François Zourabichvili tra il 2003 e il 2006, rivestono un interesse indubbiamente significativo entro la produzione dell'autore. Questi scritti delineano il progetto di un'opera dalla fisionomia nuova rispetto alle quattro precedenti (due dedicate a Deleuze e due dedicate a Spinoza), un'opera non più originata specificatamente dall'incontro con un filosofo - anche se Deleuze resta un interlocutore costante - bensì ispirata in buona parte a tre temi non separabili l'uno dall'altro, dato che si richiamano tra loro in una trama di rimandi necessari: l'evento, la letteralità, il gioco estetico. Si delinea qui la direzione che il pensiero di Zourabichvili andava prendendo nei suoi ultimi anni di ricerca, una direzione che si potrebbe definire, utilizzando un'espressione ricorrente nei saggi qui raccolti, una "svolta estetica". In molti di questi testi l'arte assume una centralità che si evidenzia in differenti modalità. In primo luogo, divenendo oggetto di lettura filosofica in quanto considerata più capace della filosofia di essere all'altezza dell'evento reagendo ad esso in modo affettivo, immediato e non cognitivo. In secondo luogo, in quanto essa è una pratica di esperienza e di sperimentazione (le due stanno sempre intrecciate) a cui la filosofia deve ispirarsi per non decadere ad esangue astrazione. Infine, si può parlare di svolta estetica ponendo l'accento sulla accezione originaria del termine «estetica» e sottolineare che la materia peculiare dell'operare artistico è quel sensibile confuso-oscuro che resiste al concetto ed insieme lo nutre ponendolo in contatto con il fluire caotico della vita.