Il libro è un'antologia ragionata di testi letterari e saggistici in portoghese seguiti da nuove traduzioni italiane che si propone di fornire al lettore, attraverso un nuovo impianto critico e concettuale, le fonti primarie ed i contesti indispensabili per «pensare» - oltre che per leggere - la letteratura portoghese. Il volume promuove una riperiodizzazione dei materiali letterari letti in chiave di apertura verso i nuovi mondi che il Portogallo ha contribuito - in modo problematico attraverso la relazione coloniale - a fondare. La storia nazionale è scandita dal contrappunto di una triplice teoria imperiale (Asia nel Cinquecento, Brasile in particolare tra fine Seicento e inizio Ottocento, Africa tra fine Ottocento e buona parte del XX secolo) che ne determina il profilo. La cultura portoghese esibisce sempre una piega tra l'elogio dell'universalismo di nazione-impero e la debolezza storica di una marginale piccola patria europea: tratto che ne condiziona in larga misura sia le forme di auto-rappresentazione, sia le dimensioni ed i tempi delle geografie coloniali. Tra Atlantico ed Europa, il Portogallo nel corso dei secoli fa della letteratura il grande archivio in cui si depositano tanto gli emblemi della sua grandezza (spesso solo immaginata) quanto le rovine della sua storia.