Milano, ottobre 1816. Angelico Vago, un nobile di origine spagnola, mostra a Lord Byron alcune preziose lettere che conserva e che Lucrezia Borgia scrisse al fratello Cesare durante la permanenza a Sermoneta. Gliele aveva inviate per distrarlo dalla frenetica attività militare che l'uomo conduceva e per informarlo della scoperta di un piccolo involto di fogli scritti a mano da un autore anonimo che gli operai avevano trovato lavorando alla fortificazione del feudo. Si trattava di un'antica leggenda medievale del luogo, e raccontava di un amore struggente, di magia, di intrighi di corte e violenze: la leggenda di Ninfa. Nacque una fitta corrispondenza tra i due fratelli in cui Lucrezia esprimeva tutta la nostalgia e il rammarico di non poter più vivere le stesse passioni di Ninfa perché ormai si sentiva vecchia e consumata dagli eventi politici della sua famiglia. Anche Lord Byron, rileggendo secoli dopo le lettere di Lucrezia, si ritrova avvolto, dalla malinconia e racconta ad Angelico le infauste conseguenze dell'insana passione che genera azioni mostruose, richiamando alla memoria i suoi rapporti con lady Shelley e la sua sorrellastra.