Si svolge in un ambiente mutevole e selvaggio l'ultimo capitolo delle vicende di Alfonso Trienter, doganiere alla porta di San Giorgio, di Antonia, esperta di erbe e guaritrice, e della loro famiglia. Storia, in particolare, di quanto i legami d'amore influenzino la vita e ne condizionino le scelte. Anche Marfisa d'Este, rimasta a Ferrara dopo il 1598, nel suo opporsi agli eventi cruenti che caratterizzarono i primi anni del XVII secolo, si può dire figura storica guidata fortemente dall'amore che nutriva per la città. Questo romanzo (l'ultimo di una trilogia), che prende avvio nel settembre 1600 e si chiude nel giugno 1611, ha come protagonisti i figli Pietro e Stefano. Le loro azioni di bambini di forte vitalità, e poi di adolescenti dal carattere deciso e avventuroso, segneranno in maniera incisiva il destino dei Trienter. Accanto a loro spiccano le figure di Angelica e Doralice, donne pronte a misurarsi in nuove imprese economiche. Perché vivere, in quei secoli, significava non solo dover combattere per la propria vita ma anche con il profilarsi di nuove conoscenze, di mondi ignoti di là dall'Adriatico e, spesso, di là dall'oceano.