La Grande Guerra fu grande soprattutto nei numeri dei caduti e dei dispersi. Un treno tradotta che dalla Toscana si spinge verso la pianura padana e oltre. Primavera del '16. L'Italia assapora la guerra dal lato peggiore. La "spedizione punitiva" promossa dall'esercito imperiale percuote il Pasubio e travolge migliaia di fantaccini sbigottiti. Amedeo è tra loro. Neppure il tempo per rendersi conto di cosa sta succedendo che giace disteso in terra con gli occhi spenti. Amedeo ha trent'anni, moglie, tre figli e un quarto in arrivo. Un ragazzo dell'86 che non farà in tempo a veder arrivare quelli del '99. Come migliaia di altri contadini, la mobilitazione generale lo coglie al lavoro nei campi. Dopo un borbottio di protesta si rassegna, prepara un fagotto di panni, sale su una tradotta e docilmente si fa a condurre a morire. Con lui, in una guerra scarsamente sentita e partecipata, scompare dalla storia la parte migliore della classe contadina. Tra la polvere, le urla di dolore, il crepitio delle mitragliatrici e gli schianti delle granate la gioventù rurale subisce in nome della patria il più grave degli espropri, quello della vita, sottraendola per sempre alle sue ordinarie occupazioni, agli affetti, alla famiglia, a un futuro di speranza.