«Nella scrittura come nella lettura è sempre l'emozione che viene per prima» ci ricorda Virginia Woolf. È difficile dimenticare il piacere che ci hanno dato alcuni libri quando li abbiamo letti per la prima volta: una gioia travolgente, ma forse epidermica. Alla seconda lettura, ci esorta la scrittrice, «dobbiamo esaminare e interrogare le emozioni. E se nulla sopravviverà a queste riflessioni, tanto meglio: cestiniamo il libro e facciamola finita. Se sopravvive qualcosa, collochiamolo per sempre tra i capolavori universali». Narratrice straordinaria e grande innovatrice del romanzo agli inizi del Novecento, Virginia Woolf è stata anche una lettrice appassionata e curiosa, una saggista raffinata, una critica schietta e ironica, talvolta severa. Che si tratti di classici o di contemporanei, di Conrad o delle grandi scrittrici inglesi dell'Ottocento, le sue recensioni hanno la capacità di restituire il contesto, di illuminare l'opera, ma soprattutto hanno il dono di assumere il punto di vista del "lettore comune" in quella personale e ininterrotta conversazione con gli autori che è la lettura. Le prose e gli articoli qui raccolti, per lo più pubblicati sul «Times Literary Supplement», oltre a documentare il costante lavoro critico che ha accompagnato l'attività creativa della Woolf, ci guidano alla scoperta della felicità speciale...