Cartonato con sovraccoperta, ill. colori e b/n. Il volume, realizzato in occasione della mostra mantovana, si propone di illustrare narrativamente, mediante una scelta di opere di sicuro impatto visivo, una storia molto particolare (e di centrale importanza) nella millenaria vicenda di contatti e scambi che forma la trama delle culture artistiche del Mediterraneo: la storia della presenza dell’arte greca sul suolo italiano.
Non fu, quella, una storia lineare; eppure il filo del racconto individuerà tre fasi successive e ben caratterizzate; nella prima (VII-II secolo a.C.), l’arte greca prodotta nelle città greche dell’Italia meridionale e della Sicilia s’intreccia con quella prodotta in Grecia e importata non solo dai Greci d’Italia, ma anche da altri popoli della penisola, specialmente gli Etruschi, che ne furono conquistati e presero a imitarla. Fra le culture durevolmente sedotte dall’arte greca, prende uno spicco singolare quella di Roma, a cui è dedicata la seconda parte (III sec. a.C. - IV sec. d.C.). I Romani non solo saccheggiarono e raccolsero opere d’arte greca, ma attrassero artisti greci a lavorare per loro in Italia, e delle opere più celebrate vollero copie "in serie", a ornare case, palestre e giardini. Questa "moltiplicazione" dell’arte greca, e l’eco duratura che essa lasciò nelle opere degli scrittori romani, ne ha assicurato la fama e ha formato come la trama di fondo per la sua ricerca e riscoperta dal Medioevo all’Ottocento, che è il tema della terza parte della mostra. A un’idea quasi favolistica dell’arte greca perduta viene affiancandosi dal Quattrocento in poi l’importazione di sculture dalla Grecia; rinasce il collezionismo di scultura antica, e nell’assiduo tentativo di ricostruire l’antica narrazione storica dell’arte si impara a distinguere gli originali dalle copie, mentre dal suolo d’Italia spuntano nuovi originali greci.