«Leggendo 'La forma di tutti' (...) quello che mi arrivava era anche (se non principalmente) il contegno che emana dalla pagina, e rimane impresso a libro chiuso. Lo so, il termine contegno sembra inappropriato, quando si parla di un'opera di poesia; ma non ne trovo un altro che esprima - o cerchi di esprimere - la mia esperienza di lettura. L'atteggiamento implicito nella scrittura di questo autore è quello della discrezione, della sobrietà, direi quasi della mansuetudine, e in genere rimanda a una totale mancanza di arroganza (anche letteraria) e a una grande apertura verso gli altri, verso l'umano. Ciò non significa che gli aspetti formali siano trascurati, o rimossi: l'impressione morale di cui parlo non potrebbe manifestarsi senza un accurato lavoro sul linguaggio, sul ritmo, sul tono. La lingua di Bultrini è una lingua chiara, limpida, prossima al parlato ma senza cedimenti alla blaterazione corrente.» (dalla prefazione di Umberto Fiori)