Partendo da alcuni classici del dibattito filosofico novecentesco (da Benjamin a McLuhan, da Deleuze a Stiegler, da Eco a Adorno, da Gramsci a Lukács, da Castoriadis a Jameson) e coniugando riflessione sociologica e analisi estetica dei fenomeni della cultura pop, Alfieri propone un'originale "ontologia del presente" che rivela tutta la forza fondativa di tali fenomeni, ovvero la capacità che essi possiedono di regolare e rilanciare il mondo, quello stesso mondo che si pone - più o meno ingenuamente - l'interrogativo sul loro valore espressivo, creativo, morale, ideologico. La metodologia proposta nel libro evidenzia tre piani di analisi: piano massmediale, piano stilistico-formale, piano dell'immaginario. Nella loro complementarietà, i tre livelli di indagine sono applicati nello specifico a esempi provenienti dal mondo della popular music contemporanea e della serialità post-televisiva (senza disdegnare riferimenti che riguardano il cinema e la moda). Il risultato è la ricomprensione di alcuni concetti o parole chiave che, alla luce dei mutamenti avvenuti nell'orizzonte culturale contemporaneo, regolano più o meno consapevolmente la nostra esistenza, dal tempo alla morte, da dio ai sentimenti e ai simboli che definiscono i rapporti interpersonali e il mondo che viviamo e "ci vive".