La filosofia della casa rientra in quel filone letterario che senza la pandemia difficilmente sarebbe stato possibile.
Tutto ciò che abbiamo vissuto, che stiamo vivendo, ci ha portato ancora più a contatto con lo spazio domestico, uno spazio che possiamo subire, temere, abbellire.
Comunque sia, è uno spazio di vita.
Per Emanuele Coccia, autore del saggio La filosofia della casa, è uno spazio domestico in cui rientra il concetto di felicità.
Se è vero che la casa è stata più volte al centro di romanzi o saggi classici e più nuovi (basti pensare a
La vita istruzioni per l'uso di Perec o al recente
Il libro delle case di Andrea Bajani), mai come nella contemporaneità la casa ha generato così tanta attenzione.
La filosofia della casa affronta il tema della casa come luogo che separa noi dal resto del reale.
La casa per Emanuele Coccia è un artefatto psichico, prima ancora che prodotto di architettura o di design.
Con La filosofia della casa il nostro sguardo si fa più attento, filosofico, e indaga la natura umana e il suo tentativo di rendere la casa il nostro universo che passa per una selezione di oggetti.
In La filosofia della casa Coccia non mette in gioco solo la filosofia: l'autore include elementi autobiografici (i suoi trenta traslochi), la psicanalisi, la biologia, l'antropologia, l'attualità.
La filosofia della casa parte da un elemento quasi banale, per affrontare una fenomenologia dell'io che è universale: non esiste la casa, ma il "fare casa". Non è solo accumulo di oggetti, ma è estensione dell'io che è continuamente in divenire e che per divenire ha bisogno del rapporto con l'altro.
La filosofia della casa è un saggio colto e insieme brioso che può appassionare qualsiasi lettore.
Recensione di Stefania C.