Seguendo le vicende del contrastato amore tra Pëtr Grinëv e Masa Mironova, sullo sfondo di una Russia attraversata dalla rivolta del cosacco Emel'jan Pugacëv, Puskin porta a compimento la propria tormentosa interrogazione sul potere russo iniziata con la tragedia Boris Godunov . Pur ricco di puntuali riferimenti alla storia russa, La figlia del capitano non può essere sbrigativamente etichettato come «romanzo storico», tanto più se paragonato alla Storia di Pugacëv, più fortemente basata su una ricca messe di materiali documentari e di testimonianze. La tensione narrativa, la ricchezza stilistica, la decisa capacità di coinvolgere il lettore fanno della Figlia del capitano e della Storia di Pugacëv due opere godibili che riformulano i grandi temi dello spirito russo restituendone intatto il forte impatto letterario. «Mia madre era ancora incinta di me, che io ero già immatricolato nel reggimento Semënovskij come sergente, grazie alla benevolenza del maggiore della guardia principe B., nostro parente stretto. Se contro ogni aspettativa mia madre avesse generato una figlia, il babbo avrebbe comunicato là dove bisognava la notizia della morte del sergente mai presentatosi...»