Esistono territori inviolabili nella letteratura. Dante fra questi. Come sfiorare anche con l'ombra di un sorriso il monumentale poema su cui si fonda non solo e non tanto l'edificio culturale italiano, ma anche buona parte dell'etica nazionale? Invece è possibile, se vi si cimenta con la freschezza e l'ingenuità del puro diletto una giovane intelligenza che vuole utilizzare il materiale teologico, poetico e linguistico per compiere un'operazione di adattamento. Michela Mininno, infatti, sceglie la Divina Commedia per ricavarne una fiaba edificante e pedagogica. Un po' come accade nella ben nota parodia disneyana e nella playstation. Ambedue trasposizioni contemporanee dell'universo dantesco. Nel libro della Mininno, però, esiste dell'altro. La scelta deliberata di un linguaggio che parli al cuore dei più piccoli. Per intrattenerli, certo. Ma anche per richiamarli precocemente ad uno sguardo meno edonistico di quelli che dedicano alle tante "videate" che ormai hanno a disposizione, fra TV, smartphone e tablets. Perciò queste pagine vanno lette specialmente per il percorso stilistico della giovane autrice. Età di lettura: da 12 anni.