La "terribilità", la sconvolgente capacità di guardare lucidamente la "verità effettuale" dell'agire umano, senza il velo di alcuna ipocrisia. È questa caratteristica di Verga a emergere da questo libro, che propone alcuni temi rileggendone l'intera opera: quello, machiavelliano, della ferinità come componente essenziale dell'umanità stessa; quello della guerra, dei conflitti, sia della Storia sia delle storie individuali; quello dello "spatriare", per necessità, che dalle sue pagine si proietta sugli infiniti drammi vissuti da moltitudini di esseri umani, sulle intere generazioni partite per "là dove muore il sole", e su chi, oggi, privo di tutto, giunge dal mare sulle stesse spiagge dei Malavoglia. Difficile questo sguardo di Verga sulle "cose" del mondo, che non arretra di fronte al male, ma che vuole conoscerlo e rappresentarlo, senza infingimenti e facili illusioni. Ma proprio per questo coraggioso riconoscimento, per questa amara consapevolezza, per le sue negazioni, profonde istanze possono sorgere in chi oggi voglia rileggere la sua opera, e riesca a "stare con lui", riscoprendone la voce immanente di autentica pietà per il dolore del mondo.