Al confine tra le emozioni, nel punto in cui tristezza, gioia, memoria e fantasia trovano il loro fragile equilibrio, la melanconia indica una vera e propria categoria estetica. I saggi che compongono questo volume indagano la melanconia nel suo farsi racconto e linguaggio attraverso i secoli, nello specifico ambito della letteratura anglosassone dal XV al XIX secolo. In una prospettiva interdisciplinare, applicando strumenti dell'analisi letteraria, della linguistica e delle neuroscienze, la «English malady» emerge in tutta la sua complessità psicologica, le stratificazioni interpretative, i codici con cui viene elaborata dall'individuo e dalla società, per venire infine distillata nelle forme della letteratura e della poesia. Dall'Anatomy di Robert Burton alla malattia dell'Amleto shakespeariano, dai drammi di John Ford ai travelogue di Henry Fielding, fino alle meditazioni poetiche di John Keats e Oscar Wilde, la letteratura inglese si offre così allo sguardo di filologi e critici ma allo stesso tempo incrocia gli esiti della ricerca linguistica, neurobiologica e psichiatrica.