Medici, matematici, filosofi, antropologi e psicanalisti, oltre che critici e poeti, discutono del Realismo terminale di Guido Oldani. Il terzo millennio è iniziato sotto pessimi auspici. Abbiamo venduto l'anima agli oggetti che noi stessi ci siamo fabbricati, alienandoci completamente in essi. Quale può essere, oggi, il compito della poesia davanti a questa bulimia degli oggetti? Realismo terminale non significa resa incondizionata al loro strapotere, ma piuttosto rispecchiamento dialettico, resistenza per via d'ironia. Rigenerandosi, anzi, nella similitudine rovesciata, il linguaggio poetico può trarne addirittura beneficio.