Il boom economico italiano non ha solamente cambiato il volto economico, sociale e ambientale del Paese, ma ha anche comportato un ripensamento delle strategie di rappresentazione della realtà. La letteratura in particolare ha dovuto re-immaginarsi per raccontare la nuova società, facendo affidamento a generi prima poco utilizzati, come la fantascienza. Nel volume si analizzano quattro romanzi fantascientifici dell'epoca - Il cavallo venduto di Giorgio Scerbanenco (1963), Il grande ritratto di Dino Buzzati (1960), H come Milano di Emilio De Rossignoli (1965) e Quando le radici di Lino Aldani (1977) - cercando di ragionare su un "lungo" boom economico, prendendone in considerazione le premesse (dall'immediato dopoguerra, quando venne scritto il romanzo di Scerbanenco) e le conseguenze (gli anni Settanta, quando Aldani terminò il suo libro). Attraverso l'impiego di un genere "moderno" come la fantascienza, i quattro autori sembrano criticare un particolare approccio alla modernità e riflettere sul ruolo della scienza nell'Italia contemporanea, tematica quanto mai attuale nel contesto contemporaneo.