Il padiglione dell'Unione Sovietica dell'Expo di Montréal del 1967 celebrava i principali risultati conseguiti dal Paese a cinquant'anni dalla Rivoluzione d'Ottobre. Tra questi assumevano un particolare risalto quelli del programma spaziale sovietico e dell'edilizia residenziale di massa, entrambi frutto della nuova politica avviata dal presidente Khrushchev poco più di dieci anni prima. Se i filmati dello Sputnik e i missili Vostok meravigliavano per la loro potenza, il Nuovo Piano di Edilizia Residenziale Sovietica stupiva i visitatori per i suoi numeri: tra il 1956 - quando il Piano entrò a regime - e il 1967 erano stati costruiti 570,4 milioni di metri quadrati di residenze. Queste cifre esprimono - al di là dell'enfasi dell'epoca - il gigantesco sforzo condotto in Unione Sovietica per garantire il diritto di alloggio per tutti i cittadini previsto dalla Rivoluzione d'Ottobre, obiettivo raggiunto grazie all'industrializzazione totale del settore delle costruzioni. Il volume, frutto di sette anni di ricerca, ripercorre le tappe principali di questo processo, analizzandone gli aspetti costruttivi e produttivi, nonché lo stretto legame tra progresso tecnologico e volontà del Partito, che influenzò profondamente le scelte progettuali, da quelle funzionali e urbane a quelle tecnologiche e distributive. In Unione Sovietica la prefabbricazione - che a partire dagli '50 si impose a livello globale - assunse significati nuovi: questa infatti non solo era il mezzo pratico per ottenere i risultati in termini quantitativi previsti dal Piano, nel quale assumeva una nuova centralità il produttivismo, ma era anche lo strumento per affermare l'uguaglianza di tutti cittadini e il principio della forma collettiva dell'abitare. Il volume fa parte di una serie - all'interno della collana "Edilizia" - che raccoglie gli esiti di ricerche universitarie nazionali e internazionali dedicate al tema della prefabbricazione e dell'industrializzazione edilizia nel Novecento.