Stefano Bonaccini è uno dei protagonisti della politica italiana. Barba da hipster e occhiali a goccia, ma soprattutto un carisma capace di mescolare abilmente senso pratico e buona politica. Nelle elezioni regionali emiliano-romagnole dello scorso gennaio la posta in gioco era altissima: vincere oppure consegnare la regione più rossa d'Italia a Salvini e alla destra. I sondaggi, fino a poche ore prima del voto, non erano così positivi per il candidato di centrosinistra. Eppure, alla fine è riuscito a imporsi con un ampio margine. Questa non è solo la storia della sua arrembante campagna elettorale o delle sue qualità di amministratore, capace di rendere la regione tra le migliori d'Europa, ma è anche e soprattutto un manifesto politico che individua le ricette fondamentali di una vittoria nazionale. Perché è vero che l'Emilia-Romagna non è l'Italia ma è pur sempre una parte importante e paradigmatica del nostro Paese. Il centrosinistra ha un bisogno estremo di ritrovare un nuovo slancio, una nuova identità politica forte in grado di aggregare le varie anime in un programma moderno, non nostalgico, e di convogliare simpatie e apprezzamenti trasversali. E la vittoria di Stefano Bonaccini è l'esempio di una riscossa possibile.