La crisi economica iniziata nel 2007 - come spiega nell'introduzione Giulio Sapelli - ha messo a nudo le debolezze e le contraddizioni dell'economia mainstream, basata sulla costruzione di modelli matematici, che simulano i comportamenti di un astratto "homo oeconomicus", portando alla rimozione dei valori alla base delle decisioni delle persone e delle organizzazioni. Gli approcci tradizionali non riescono più a spiegare i fenomeni dell'economia contemporanea e spingono verso ricette di intervento che spesso si traducono in un aggravamento della crisi stessa. In questo volume si cerca di fornire una spiegazione diversa dello sviluppo, in controtendenza rispetto alle tesi dominanti, attribuendo un ruolo primario al processo di accumulazione del capitale fiduciario e focalizzando l'attenzione sul ruolo dell'imprenditorialità e degli spazi di libertà. Alla base della crescita si individuano due circuiti convergenti di alimentazione. Il primo è generato dalla intersezione tra motivazione, giustizia distributiva, capitale umano e reti di connettività, elementi che influenzano la costruzione del capitale di fiducia. Il secondo nasce dall'interazione tra istituzioni (formali e informali), spazi di libertà ed imprenditorialità. Il volume si dirige a quanti - studiosi, opinion leader e policy maker - sono impegnati a costruire un modo nuovo e diverso di progettare le politiche di sviluppo, più attento agli aspetti della socialità e dei valori umani.