La vicenda esistenziale di Emily Dickinson e il confronto personale col sapere teologico del suo tempo la portarono a intraprendere un viaggio individuale che ai contemporanei poté apparire come la deviazione di un'eretica, ma che la portò a riavvicinarsi, attraverso una modalità estatica dell'esperienza, alle origini calviniste della spiritualità dei suoi padri. La sua evoluzione intellettuale la indusse a concepire la conoscenza come un processo intuitivo, molto vicino all'esperienza estatica. Questa concezione è alla base di una pratica poetica che utilizza il linguaggio come uno strumento dell'estasi.