Nella sua celebre Storia della letteratura italiana (1870-71), il grande studioso irpino dedicò circa un sesto dell'intera opera a Dante Alighieri - e in particolare alla Commedia - fornendo una sua personalissima lettura del poema dantesco. Quelle pagine sono considerate da molti studiosi come insuperate, per profondità di analisi e per schiettezza creativa, ricchezza di immagini, ardimento di concetti e proiezioni mentali. Stranamente, fra le tante pubblicazioni apparse per l'anniversario dantesco, il contributo di de Sanctis sembra essere stato dimenticato oppure lo si è ritenuto troppo segnato dal tempo. Direi quindi che sia il caso di lasciar decidere il lettore se l'eredità della critica dantesca desanctisiana sia superata o no. E ammesso che lo sia, quel testo rimane comunque d'importanza fondamentale per la storia della critica letteraria.