Una metafora antica quanto l'idea stessa di architettura stabilisce una corrispondenza tra colonne, edifici e corpo umano; dunque gli ordini classici che hanno dominato in Occidente per tre millenni non sono quell'inerte successione formale imparata a scuola (dorico, ionico, corinzio, etc), bensì il frutto di un'immagine archetipica che abbraccia luoghi e tempi diversi: gli edifìci dell'Asia Minore e l'Estremo Oriente, le antiche colonne egizie e il tempio greco. A suo agio tra le teorie di Hegel e Schopenhauer, di Adorno e Lukàcs, Joseph Rykwert passa da un'acuta analisi dell'avversione all'architettura di Georges Bataille al significato del letto di Ulissse intagliato in un albero "grosso come una colonna"; da Vitruvio a Leon Battista Alberti, fino alla modernità, l'idea di un ordine proporzionato al corpo si complica e arricchisce di elementi inattesi e sorprendenti: dalla teoria dei numeri allo zodiaco, dal canone astrologico e geometrico della figura umana ai simboli esoterici degli edifici, dall'identità di genere alla fisiognomica. Un testo imprescindibile; dopo aver letto questo libro le costruzioni di Gaudi, Le Corbusier, Asplund, Loos, parleranno in un modo completamente nuovo.