Palermo: quando si pensa alla città sembra una sorta di luogo tragicomico, dove violenza, miseria, sciatteria e degrado assumono tratti grotteschi e disinibiti. La città di una perenne agonia, verrebbe da dire. Al clima favorevolissimo, al vocio dei suoi mercati, al colore giallo arancio che contraddistingue le sue lunghe giornate estive, farebbe da contraltare un logorante tanfo di morte, cui i palermitani risponderebbero con assuefazione e scherno. Alla diffusione di una simile immagine ha contribuito non poca letteratura, costringendo spesso Palermo nei limiti ristretti di un caso a sé. Ma esiste, nella città, una narrazione che invece ha saputo allargare l'orizzonte dello sguardo, che ha saputo fare della città un exeplum per analizzare l'intera cultura dell'epoca. Palermo come occhio sul e del mondo. Otto opere di otto autori della città (Roberto Andò, Marcello Benfante, Giosuè Calaciura, Domenico Conoscenti, Emma Dante, Michele Perriera, Santo Piazzese, Evelina Santangelo) o che comunque vi hanno a lungo vissuto o che a Palermo hanno dedicato ben più di una riflessione sono presentate in questo libro.