Si può utilizzare Nietzsche per rileggere retrospettivamente, alla luce del suo contributo, anche ciò che lui stesso contestava? Questo libro si avvale dell'influenza più o meno esplicita del grande pensatore tedesco sulle categorie contemporanee che interpretano l'"estetica" antica per avvicinare una lettura della tragedia che ha il suo centro nella catarsi (quella aristotelica) ad una lettura anticatartica per eccellenza (quella nietzscheana), dimostrando che l'oggetto del fraintendimento da parte di Nietzsche è proprio il concetto di catarsi. Interpretata correttamente, quest'ultima apre lo spiraglio alla tragicità, sia pur solo residuale, e rappresenta una vera e propria occasione mancata per il filosofo della tragicità essenziale.