"Il ritratto di mio padre è in parte il ritratto di questo paese, delle persone che mi hanno aperto la loro casa consegnandomi frammenti di memoria come quarzi preziosi. Non ricordo, nella mia famiglia, un pranzo o una ricorrenza che avesse in sé una patina di «normalità», come se il nostro benessere fosse rimandato a una data imprecisa e non avesse senso se distaccato dalla necessità di cambiare il mondo. «Dopo», quando tutte le ingiustizie se le fosse portate via un socialismo buono, un San Francesco senza più i panni del ricco, ecco forse allora avremmo finalmente apparecchiato e mangiato come «Dio comanda»." Nel suo racconto denso di ricordi e di testimonianze, Rosalba de Filippis ricostruisce, con parole di figlia, la vicenda personale, familiare e politica di suo padre Vincenzo, «il professore», in una comunità dell'entroterra molisano. Antonio D'Ambrosio inquadra tale esperienza nella storia più ampia di quel territorio negli anni del secondo dopoguerra.