A Torino spetta, almeno fino alla seconda guerra mondiale, il titolo di vera e propria capitale dell'editoria scolastica. Questo primato, che risale al periodo immediatamente postunitario, resistette anche ai profondi cambiamenti che agitarono il mondo editoriale nei primi decenni del Novecento: dalla trasformazione in senso industriale e imprenditoriale di questo settore ancora arretrato dell'economia nazionale, processo che implicò un più stretto rapporto con il mondo finanziario e politico, all'instaurazione del regime fascista; dalla riforma Gentile del 1923, vero spartiacque nel campo dell'editoria scolastica, al consolidamento del ruolo pedagogico e culturale del libro per la scuola. Il volume ricostruisce questo importante capitolo della storia dell'editoria torinese. Accanto ai due marchi principali, Paravia e Sei, in grado di soddisfare le esigenze sull'intero arco scolastico, ricco fu il panorama degli editori cattolici, attivi in particolare sul versante dei testi per l'istruzione religiosa, e quello delle ditte dedite alle pubblicazioni di carattere tecnico-scientifico e professionale. Minore, ma ugualmente rilevante sul piano della diffusione editoriale, fu un ultimo ambito di specializzazione, quello relativo all'insegnamento delle lingue, classiche e moderne.