Clausewitz è celeberrimo per la sua opera Vom Kriege (Della Guerra), ma pochi sanno che essa raccoglie solo i primi tre volumi dei lavori incompiuti del generale prussiano. Gli altri ne sono il complemento ed in essi il riferimento corre continuamente alle enunciazioni dei primi tre volumi, per dimostrarne la validità e discutere i rischi della mancata applicazione dei princìpi, talvolta per emendarli, migliorarli ed adattarli alle situazioni specifiche, senza in ogni caso mai discostarsene. Questa opera, il primo dei restanti volumi, dunque non è solo il resoconto talvolta impietoso degli accadimenti militari e politici, ma una dettagliata ed acuta analisi dei processi decisionali, degli errori e delle scelte corrette di entrambi i contendenti della prima Campagna d'Italia (1796-97). È anche un riconoscimento delle capacità del giovane generale Bonaparte che trasformò un esercito di straccioni indisciplinati, demotivati, privi di tutto, in un formidabile strumento di guerra che inflisse continue e ripetute sconfitte a due eserciti alleati e trionfò in una delle campagne più decisive della storia che sancì il mito di Napoleone come generale abilissimo, fortunato ed invincibile.