Viaggi, giovanili sconfinamenti fisici e mentali sono la materia del romanzo di Mario Palma. Che lo si legga come un classico bildungsroman o un diario di viaggio alla Bruce Chatwin, il racconto ha lo stile immediato e raffinato che è la cifra del suo autore. Certo, è il racconto autobiografico di un'infanzia felice e di una gioventù mobile e debordante da poter essere narrata come la buona stagione di tutta una vita. Ma, soprattutto, è il resoconto degli stimoli immaginativi scaturiti dagli ambienti in cui via via l'autore (e protagonista) si è trovato a vivere, tra l'Europa e l'America Latina. Una letteratura che si fa vita e una vita che si fa scrittura.