Non esistono i cattivi genitori. Al più, quelli pasticcioni. Ma, a riflettere su se stessi e formandosi al più difficile mestiere del mondo, tutti possono diventare competenti. Aiutando i figli a farsi creatori della propria esistenza, persone "libere" capaci di guardarsi dentro e di amarsi per ciò che sono. Non replicanti di stili genitoriali e nemmeno destinatari di "eredità" malmesse e disfunzionali. Tale è l'orizzonte di questo "libretto". Il lettore che sceglierà di addentrarsi ne "La bottega dei genitori" si troverà a muoversi in un ambiente fatto talora di penombre e dai contorni incerti e sfumati, come buona parte di questo presente. Confrontandosi con se stesso e con la propria storia personale, con le esperienze affettive vissute o soltanto fantasticate, con le scelte praticate o subìte, con la complessità e la diversità di ciascun figlio. Perché i figli divengano adulti, e nel minor tempo possibile. O comunque nei tempi opportuni. Ma perché tutto questo si realizzi occorre che i genitori, a loro volta e per primi, siano adulti. E che lo Stato e la Chiesa lavorino per questo obiettivo.