«Valentino Stolfi, con la sua inseparabile bicicletta rossa è il filo, mai così appropriato, rosso, di questa storia. Ma non si può parlare di Valentino senza la sua inseparabile moglie Gina, bionda dagli occhi azzurri, dal carattere dolce ma forte nell'ideale come quello del marito, la compagna della sua vita nella gioia e nel dolore. Una narrazione che si svolge nell'arco di sessant'anni alla Busa, un piccolo rione di Trento. La bicicletta l'aveva dipinta lui di rosso in pieno fascismo. Valentino è un personaggio reale, lo posso testimoniare, perché era un collega di mio padre alla tipografia Saturnia. Me lo ricordo al suo tavolo di lavoro, avvolto in un acre profumo di piombo, d'inchiostri e in mezzo ai sordi rumori ripetitivi delle stampanti. Sembrava un chirurgo, tanto era veloce e preciso con la pinzetta, a estrarre dal contenitore e riporre i caratteri di piombo delle lettere alfabetiche nella composizione della pagina da stampare. Una persona buona come il pane. Ma non provocatelo sulla politica, perché lui è un sognatore di fede comunista, rossa come il colore della sua bicicletta che non ha mai voluto cancellare. Personaggi reali sono anche il Doro Detassis, il Quinto Battistatta combattente delle Brigate Internazionali in Spagna e i due giovani martiri, Rodolfo Belante ed Enrico Zancanella, picchiati a morte dalle squadracce fasciste. Mentre sono liberamente immaginati quelli di Vasco e Dalia. Nei sedici, brevi ma intensi, episodi-capitoli del libro, le persone sono pennellate dall'autore come ritratti espressionisti dai caratteri indimenticabili.» (dalla prefazione di Sandro Schmid)