Prima di lasciarci entrare nel suo libro vero e proprio, Ermanno Ripamonti ci fa una piccola premessa molto importante. Ironicamente, si rivolge ai suoi tre lettori potenziali nonostante appaia evidente che non sia quello lo scopo. L'autore sa che nelle sue parole c'è qualcosa che si può e si deve rivolgere ad un pubblico quanto più possibile ampio e variegato. Per non dire diversificato. Il succo del discorso, il fulcro attorno al quale ruota tutto è proprio questo: la diversità. Il concetto stesso di diversità è vasto e complesso. Il cambiamento insito nell'idea di evoluzione è, a sua volta, un modo di intendere la diversità. Se qualcosa cambia, sarà diverso rispetto a ciò che era prima. Questo crea fenditure e spaccature tra esseri umani, ma forse ancor più tra i pensieri delle persone. Per questo si rende necessaria un'analisi antropologica come quella che in questo momento si trova nelle vostre mani. Le parole utilizzate per chiarire i concetti sono semplici e dirette, ma molto esaustive. L'intera opera, inoltre, è divisa in due sezioni distinte, la seconda delle quali raccoglie spunti di riflessione e pensieri elaborati in momenti diversi, meno consecutivi rispetto alla prima parte, ma ancor più diretti, sentiti e vissuti.