Salvatore Veca raccoglie in questo libro sette brevi saggi, scritti e riscritti negli ultimi quattro anni. Nei primi tre capitoli espone gli esiti della sua ricerca sull'idea di incompletezza e ne saggia la validità, affrontando questioni filosofiche che hanno a che vedere con i rapporti fra impegni ontologici, impegni epistemologici e impegni normativi. Un certo rilievo ha qui la recente querelle fra postmodernismo e nuovo realismo. Nei successivi tre capitoli Veca esamina questioni di filosofia politica e morale, dall'idea di equità a quella di beni comuni, dall'idea di libertà a quella di qualità della vita. Nell'ultimo capitolo avanza alcune congetture di carattere metafilosofico, abbozzando una sorta di ritratto dell'indagine filosofica. Il titolo del libro è debitore nei confronti della celebre immagine di Otto Neurath della barca che i marinai devono riparare in navigazione, senza poter contare sul rifugio in cantieri ospitali. L'immagine di Neurath, che ricorre costantemente come un motivo di fondo in queste pagine, è il promemoria di uno stile analitico e di un metodo d'indagine filosofica coerenti con il retaggio dell'Illuminismo, in tempi difficili.