Nel lunghissimo processo evolutivo orientato alla creazione della Banca Centrale Italiana, che avrebbe esercitato ex lege la prerogativa di stampare cartamoneta sull'intero territorio, alla sua nascita si perverrà soltanto nel 1926, mentre in Europa di banche di questo genere ne operavano già più d'una. Nel periodo preunitario, ovvero antecedente al 1861, anno di nascita del Regno d'Italia, il numero di tali istituti di emissione arrivava addirittura a undici, portandosi a sei nel 1870, in seguito alla proclamazione di Roma Capitale, quindi passando a tre nel 1893, con la costituzione della Banca d'Italia, che condividerà il privilegio dell'emissione con gli analoghi enti meridionali: il Banco di Napoli e il Banco di Sicilia. L'ambizioso progetto venne avviato con risolutezza dallo statista Camillo Cavour, che lo perseguì con tenacia fino a quando rimase in vita fermamente convinto di questa esigenza irrinunciabile dell'Italia post-unificazione.