La banalità del bene rappresenta l'alba del nostro piccolo mondo. I pensieri crepuscolari di Claudio Chianese - divisi fra scritti esistenziali, bellici, metafisici - varano un progetto editoriale e culturale che orgogliosamente prende le mosse dal suo ricordo, celebrandone le note più intense. Nei meandri dei suoi testi si agitano conflitti concreti e ideali, in cui la filosofia incontra la scienza, l'epica la politica, la fantascienza la religione. Da Pascal a Gramsci, fino a Lovecraft e Tolkien, passando per Valery e Mauriac, i suoi scritti si confrontano con i grandi temi: la morte, il suicidio, l'aborto, la guerra - mentre le democrazie occidentali, in piena avaria spirituale, si abbandonano alla deriva, fra battaglie di genere e dittature del linguaggio -, restituendo una visione del mondo connaturata da uno spirito critico, mai retorico, caustico e inattuale, sempre altrove. Quell'altrove in cui oggi i nostri pensieri si incontrano.