Nel 1939, a Londra, un giovane professore va a fare analisi con Ernst Kris per risolvere un problema che lo tormenta: si sente come forzato a "rubare" le idee ai colleghi. Lacan riprenderà questo caso di Kris più volte, in modo quasi ossessivo, per elaborare alcune sue teorie focali: sul rapporto del soggetto al significante, sull'acting out in analisi, sull'anoressia mentale, sulla tecnica analitica. Benvenuto, assumendo i modi del detective, ci conduce in questa inchiesta a zig zag a partire dai testi di Kris e di Lacan, immergendoli nell'epoca e nella storia della psicoanalisi e non solo: le Grandi Controversie tra gli analisti londinesi e la guerra, i conflitti di Lacan con l'istituzione psicoanalitica e il suo rapporto ambivalente con la chiesa cattolica... Sullo sfondo di questo affresco d'epoca, estraneo a ogni agiografia degli psicoanalisti, Benvenuto dà prova di un metodo di lettura e interpretazione dei testi, leggendoli a sua volta con spirito psicoanalitico. In questa psicoanalisi degli psicoanalisti, emerge una scommessa filosofica fondamentale: quel che conta di un testo, ancor più ciò che dice, è ciò che, senza riuscire a dire, mostra.